La rocca che, probabilmente, fu tra le più importanti dell’Arborea per la sua particolare posizione geografica, fu edificata in un periodo imprecisato, ma antecedente al XIV secolo (2), sul confine che divideva il giudicato di Cagliari da quello di Arborea (3), in prossimità degli abitati di Sardara e San Gavino, situati nella curatoria di Bonorzuli (4). Lo stato attuale della fortificazione non consente una facile ricostruzione dell’edificio. Le vicende che ha subito nei secoli, gli usi diversi ai quali venne adibito, il mutato livello del suolo nel suo interno causato dagli sterri e dalle demolizioni hanno notevolmente alterato la sua struttura originaria.
La progressiva evoluzione delle strutture fortificate, inoltre, richiese più volte demolizioni e innovazioni sostanziali, per cui le continue trasfonnazioni che si sono succedute nei secoli creano una notevole difficoltà per lo studio del manufatto, specialmente se si vuole analizzare la primitiva architettura (5). _ La prima menzione è del 1309 e si riferisce alle trattative di pace stipulate il l3 giugno di quello stesso anno fra il Comune pisano e Giacomo II d’Aragona. Dal documento si apprende che a quella data, il castello era tenuto in concessione dalla Repubblica toscana la quale si apprestava a restituirlo unitamente a quello di Marmilla, ai giudici d`Arborea, Andreotto e Mariano III de Bas-Serra, suoi alleati (6). In seguito alle vicende aragonesi della Sardegna, che iniziarono nel 1323, il castello appare per la prima volta alla ribalta della storia. Nell’aprile dell’anno successivo. infatti. L’Infante Alfonso, mentre assediava il castello di Cagliari, dopo aver occupato i territori sardo-pisani e cioè il giudicato di Cagliari, di Gallura e parte del Logu.
Note sul castello di Monreale neIl’ Arborea quali, per il momento, non gli può parlare. Li ascolti fingendo di non sapere niente e poi li faccia imprigionare sotto buona scorta ad Oristano. Ha saputo che la flotta del re sarà presto a Cagliari ed intende rifornirsi di vettovagliamenti; per questo, insieme ad Azzone e Cino, faccia in modo che sia portato ad Oristano o a Monreale tutto il grano possibíle…” (13). In una terza lettera scritta il giorno successivo, infine, il giudice rinnova al giurisperito Azzone di Modena, a Pietro de Sena, e a Cino de Sori, Pordine di mandare tutti coloro che possiedono vettovagliamenti e grano ad Oristano 0 a Monreale ” Infatti ha saputo che i Catalani hanno intenzione di venire a Cagliari con la flotta e. nel caso non si possa opporre loro resistenza, se non trovassero né grano nè alcun vettovagliamento, sarebbero costretti ad andarsene. Inoltre, coloro che vogliono vendere le vettovaglie che possiedono possono farlo, ma se non trovassero compratori si dica loro che la Corte è disposta a comprare tutto; se invece non volessero vendere potranno riavere il loro grano quando vorranno ad Oristano o a Monreale. Per ottenere questo progetto mandino in giro per le ville degli ”heretats” e nelle altre qualche persona che reputino adatta e agiscano con sollecitudine, in modo che tutto sia risolto prima che la flotta sia a Cagliari” (l4). Dopo la scomparsa di Mariano IV, la lotta contro gli Aragonesi fu proseguita dal figlio Ugone Ill de Bas-Serra (15) prima e da Eleonora poi, la quale divenne giudicessa reggente in seguito alla tragica morte del fratello (16). In questo periodo il castello è ricordato per un singolare episodio che fu riferito nell’aprile del l386 al sovrano d°Aragona da Gilberto de Campllonch e da Giovanni de Santa Coloma, governatore del Logudoro. Il primo comunica a Pietro IV che ”… si trova ad Alghero per aspettare le sue decisioni relative alla risposta di Eleonora che non vuole fare la pace se le sue ville non ritornarono in suo possesso; gli dice che in quello stesso giorno è venuto presso di lui un sardo di Monteleone, il quale ha raccontato che Eleonora ha imprigionato Francesco Squinto, suo maggiordomo, ha spedito ordini a Bosa per impedire a chiunque non avesse un anello da lei dato di entrare in quel castello e di accostarsi a suo figlio ed ha spedito messaggi dello stesso tenore a Monteleone.
Giuseppe Spiga
Tratto da Appunti Storici Su Gavino Monreale.
M.G Loddo- G.B Mallica M.G Mallica G. Spiga
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